Non era stata un tempo abbandonata
Onde felici giocavano coi sassi ancora giovani
Conchiglie sulla spiaggia
Scambiavano i messaggi fra di loro
Erano vive e spinte dalla sabbia
Incoraggiate mostravano la rabbia.
Bisbigliano fantasmi fra le dune
Voci insistenti che non hanno sonno
Versi inquietanti, è il vento
Che li smuove strusci dei rovi
Che non dormon mai con queste
Barche che fanno il via vai.
E’ notte fonda e ci sono ombre
La luna per paura si è nascosta
E nonostante io le chiedo aiuto
Non riesce a fare neppure capolino
Stanche lanterne da barche addormentate
Sembrano lucciole stravolte ed ubriacate
Da questa notte di fate già scordate
Strane sirene che invece di vestirsi di poesie
Si sono travestite da stralunate arpie.
In questo posto dove sembra bello
La notte è buia è fredda ed il confine
Si perde sempre dove il tuo sguardo
Senza motivo non arriva mai
E tu sei solo in mezzo a questo
Immenso, davanti è buio e dietro
Fa paura con quelle voci che impone
La natura.
Ci sono istanti che non senti niente
Soltanto i tuoi pensieri sembran vivi
Provi a parlargli ma non dicon niente
E il tuo cervello come sulla spiaggia
Un cimitero di conchiglie morte
Non era stata un tempo abbandonata
Onde felici giocavano coi sassi
Quest’isola di fiori e tanti frutti
Con alberi forti orgogliosi ed alti
Ove soltanto aquile felici sbattevano
Le ali dalla gioia.
E la mia anima felice insieme a lei
Volava in alto sino dove il cielo
S’incontra con il sole a far l’amore.
Io sono qui ad aspettare un mare
Che se n’è andato in cerca di una riva
Ed una spiaggia che non lo lasci più
Perché sdraiato sulle conchiglie morte
Sopra gli avanzi di pesce putrefatto
In mezzo a schegge e gusci di molluschi
E barche e remi e reti abbandonate mi
Sento male e non ci voglio stare …
Guardo il mio mare nascosto dentro
Il buio e la mia isola che non ha futuro
E mi domando che ci resto a fare …
Copyright Antonio Catalano aprile ’10