Mi è capitato troppe volte, in questo periodo di ferie, di rivedere vecchi amici, compaesani, e riscontrare la nostra abissale diversità di opinioni sui problemi del sud.
In sintesi la loro analisi dei problemi del sud è abbastanza sbrigativa:
- Gli abitanti del sud hanno poca voglia di lavorare e preferiscono il guadagno facile, derivante dall’intrallazzo, a quello onesto ma faticoso ricavato dal sudore della fronte. Coloro che erano esenti da questa “malattia endemica” sono andati altrove per lavorare onestamente!
- Il nord ha sempre mantenuto il sud con immensi esborsi di denaro e questo è tranquillamente rimasto al mare a godersi il sole, visto che non aveva nessuna necessità di lavorare(essendo mantenuto).Questo è uno dei punti che fa più male perche è facile convincersi che una buona parte delle tasse pagate è stata destinata a mantenere quei “nulla facenti”.
- Nel sud vige la legge del più forte, del più furbo, del più prepotente e non quella del “diritto” che viene relegato al rango di favore concesso (e questo è abbastanza vero, ma è una imposizione non una scelta del popolo).
- Praticamente “tutti” al sud o sono mafiosi (‘ndranghetisti, nel mio caso) o sono comunque collusi o colpevolmente succubi e fanno quadrato contro lo stato, rappresentante della civiltà.
- L’abitante del sud essendo privo di autocritica è assolutamente convinto che, di qualunque cosa si parli, le colpe non sono mai sue ma di qualcun altro.
Se i compaesani, almeno nell’età scolare, o comunque pre-lavorativa, la pensano cosi immaginiamoci gli altri!
Mi sembra che questi miei amici, assieme a tutti i loro attuali “compaesani “, “compagni” compresi, siano dei fanatici sostenitori del “sogno americano” per cui chiunque, solo che lo voglia, può raggiungere, con il solo sacrificio personale, qualunque traguardo. Se non ce la fai è solo colpa tua. Non hai abbastanza lottato, non ti sei abbastanza sacrificato, non hai sognato a sufficienza, non sei stato abbastanza intelligente e furbo, comunque il traguardo era lì a portata di mano e certamente tu potevi raggiungerlo!!!
Centinaia di libri e articoli sono stati scritti sulla questione meridionale e, certamente, in un breve articolo come questo non posso neanche enunciare tutte le cause che l’hanno provocata, mi limiterò ad illustrare quella che considero una delle più importanti per la nostra situazione.
La “sudditanza”. Agli abitanti del sud non è mai stata data la cittadinanza italiana, ma dello stato italiano sono sempre stati dei sudditi. Lo stato non si è mai presentato agli abitanti del sud come il garante dei diritti di tutti (compresi i loro), ma solo come ente repressivo e impositivo di tasse, estremamente inflessibile con i deboli ed estremamente permissivo con i forti (leggi soprattutto”mafie”) con cui, quasi, sempre ha intessuto alleanze (connivenze) finalizzate al controllo dei voti, per il mantenimento del potere, ed alla spartizione di tutto quanto era possibile “razziare”.
Non so quanto gli abitanti del nord si siano sentiti rappresentati e garantiti dai diversi governi della repubblica, soprattutto oggi che esistono leggi che permettono al 30% della popolazione di governare sul restante 70%, certo al sud lo stato, deludendo sempre tutte le speranze, non è mai riuscito a superare gli stilemi dello stato invasore.
La sudditanza ha origine dall’unità d’Italia. A quel tempo i popoli del sud sono stati depredati di tutto, compresa la loro storia e la loro identità . La storia ufficiale italiana, ovviamente scritta dai vincitori, ha definito “briganti” i suoi partigiani ed “eroi” i suoi aguzzini, cancellato i genocidi, i lager, la legge pica (con le sue liste di proscrizione e metodi di repressione simile in tutto alla caccia alle streghe), gli stupri, le depredazioni …
Il fascismo, poi, ha sempre trascurato il sud ritenendolo solo fonte di carne da cannone e di problemi.
Lo stato repubblicano non ha fatto di meglio! Invece di sancire e difendere lo stato di diritto, nel sud ha ceduto i diritti in cambio di voti. Cosi è stato per decenni, ad esempio, per il diritto al lavoro. Non qualcosa a cui avevi diritto, e che, al limite, dovevi conquistare per meriti, ma sempre e soltanto un favore fatto dal politico che ovviamente imponeva a te ed al tuo nucleo familiare di ricambiare con il voto e la tessera. Spesso il passaggio era duplice mafia –politico, quindi soldi e voti.
Le mafie (certamente la ‘ndrangheta che oggi ha conquistato addirittura una posizione di predominanza rispetto alle altre) sino agli anni cinquanta, con la solita arma della paura, tenevano soggiogate le popolazioni del sud (soprattutto i ceti medio- bassi) con il pizzo ai commercianti e agli artigiani e la “guardiania” ed il “caporalato” nelle campagne.
Un forte stato democratico in grado di imporre la forza del diritto l’avrebbe fatta svanire come neve al sole e adesso sarebbe solo un lontano ricordo.
E’ successo esattamente il contrario, si sono alleati per tenere soggiogati i popoli del sud.
In uno stato democratico per chi ha fame di potere, certo non inteso come servizio, la merce più preziosa è il voto. In tutto il sud la sudditanza delle popolazione ai mafiosi locali, ripeto, non affrancata dallo stato di diritto, permetteva loro un efficiente controllo su di esso e quindi ampia possibilità di “contrattarlo”.
Questo fatto ha permesso alla ‘ndrangheta, e alle altre mafie, un vertiginoso salto di qualità, di potenza e di ricchezza.
Adempiuto al compito di controllare i voti, esse ebbero accesso diretto alle stanze del potere, imponendo con la forza del ricatto, quando non sussisteva un rapporto di connivenza, i loro desideri.
La mafia ha avuto, ed ha, in tutti i palazzi del potere o i suoi uomini o uomini comunque ricattabili, le vere battaglie che ha dovuto affrontare sono state solo intestine per il predominio del territorio, godendo di una ampia impunità, dovuta anche ad una reale incapacità e/o impossibilità da parte delle forze sane dello stato a combatterla efficacemente.
L’unica arma efficace contro tutte le mafie è una giustizia vera unita alla certezza del diritto per tutti, probabilmente non sparirebbero ma resterebbero solo delle bande di criminali, che sono un’altra cosa ….
Tra l’altro credo che comunque al “potere” sia convenuto, dovendo soddisfare solo la fame (anche se insaziabile) di pochi individui piuttosto che quella di una intera popolazione, ottenendo lo stesso risultato (il perpetuarsi del potere).
Al sud la probabilità che il delitto paghi sono altissime, poiché la maggioranza dei crimini resta impunita, nonostante che la maggior parte degli stessi sia praticamente” firmata”. Nella nostra realtà quotidiana siamo circondati dai proventi del crimine che fanno bella mostra di sè ovunque. Lo stato non li vede o comunque non se ne cura!
Solo un accenno ad altre problematiche che hanno comunque rimarcato il rapporto di sudditanza.
L’assistenzialismo diffuso (soprattutto nella prima repubblica) non ottenuto in maniera legale e quindi rientrante, comunque, nella categoria dei diritti, ma truffaldino in modo che comunque chi ne gode sia legato e succube del potere che fa finta di non vedere ( leggi pure, soprattutto , DC).
Parlo delle varie integrazioni date in agricoltura, ma anche delle molto facili pensioni di invalidità, dei contributi agricoli, soprattutto alle donne che oltre alla pensione fruttavano i premi di maternità e di disoccupazione, dei prestiti d’onore …
La “giustizia”, con il suo alto costo e i suoi tempi biblici, ha vanificato le speranze di giustizia delle parti lese, che se va bene, si vedranno riconoscere le proprie ragioni quando queste non avranno più importanza alcuna, mentre la parte lesiva ha tranquillamente goduto di quanto non gli apparteneva.
Una burocrazia spesso corrotta o assenteista ha, quasi, sempre evitato che i fondi elargiti dalla stato o dalla Comunità Europea finissero nelle mani di chi aveva voglia di lavorare e produrre, svolgendo solo le pratiche di coloro che erano disposti a “condividere” il bottino.
Questo, purtroppo, è solo il prologo della prima puntata ... ma per un primo intervento è già tantissimo …